Troppa bellezza mi cinge d’assedio.
Mi accingo a combatterla
ma non posso resistere.
Il suo richiamo tra viole e violini,
in questo stridente prato, mi ricorda
che devo abbandonare le armi.
E da guerriero sconfitto
devo esserle servitore.
E nel servirla
mi godo
la beatitudine
di una felice sconfitta.